Un viaggio straordinario tra spezie e sapori sulla Via della Seta #IOGUSTOILMONDODALDIVANO


Mi chiamo Mario Cimarosti, ho 46 anni e vivo in provincia di Venezia. Ed è proprio la mia città di mare Venezia, dove tutto è cominciato, il mio viaggio è stato ispirato dal mio conterraneo il mitico viaggiatore di tutti i tempo Marco Polo, proprio lui che partì tra il 1200 e il 1300 insieme al padre Niccolò ed allo zio Matteo, inoltrandosi nelle selvagge e lontane terre d’oriente spingendosi proprio come poi ho fatto io da Venezia fino in Oriente, in Cina. Ricordo molto bene il giorno che arrivai per la prima volta a Bukhara sul deserto rosso in Uzbekistan, città incantevole Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Bukhara è un mercato di sete, spezie, artigianato in legno, e ori, qui ho compreso perché Niccolò e Matteo Polo decisero di stabilirsi e abitarci per 3 anni interi prima di rientrare a Venezia, estasiato dalle prelibatezze commerciali di questa città millenaria sulla via della seta ho rivissuto in prima persona il cammino di Marco Polo e della ispirazione innata per il commercio, trainante ancora oggi per tutto il popolo veneziano.

Vorrei raccontarti alcuni aneddoti e avventure del gusto che ho vissuto nella via dell’Oriente e che riguardano il collegamento cibo/viaggio, spero ti possa interessare: una cosa che mi ha sempre incuriosito nei miei viaggi è cercare di assaggiare tutti i piatti tipici delle zone toccate nel mio lungo percorso, come quando durante una sosta in una dispersa stazione ferroviaria, tappa del mitico treno sulla TRANSIBERIANA, i contadini locali mi hanno proposto una gallina intera, ovviamente ho rifiutato ma ho accettato invece in una bancarella un po’ più in là di assaggiare il caviale nero locale, una prelibatezza unica che unita al salmone è una esplosione di sapori di mare. I russi utilizzano moltissimo la panna acida, un po’ come noi italiani utilizziamo il formaggio grattugiato, mettono la panna ovunque ed anche in questo caso sopra un pezzetto di pane ben tostato ancora caldo, il mercante siberiano ci ha spalmato dell’ottimo caviale di primissima qualità e appena sopra un cucchiaino di panna acida che devo ammettere da un gusto unico e raffinato al palato.

Quando in Armenia poco dopo aver visitato il lago Sevan (uno dei laghi più alti al mondo circa 2.000 di altitudine), mi sono imbattuto in un agriturismo incastonato tra le zone montuose, un locale tipico disperso nella campagna armena. Appena entrato sono stato accolto da persone semplici e genuine, con costumi locali hanno cucinato per me il “Lavash” il pane sacro armeno servito con ottimi formaggi locali e un buon bicchiere di vino. Bisogna sapere che gli armeni come i georgiani sono ottimi produttori di vino, tutta la zona armena e georgiana che ho spesso percorso a piedi è disseminata di splendidi vigneti posizionati sulle colline ai piedi del Monte biblico Ararat dove arenò l’Arca di Noè.

E non posso non citare la prima volta che ho mangiato in Mongolia, in una Yurta nel deserto del Gobi, una famiglia nomade della Mongolia mi ha ospitato ed offerto un ciglio sui tappeti al caldo dentro la propria tenda, di sera abbiamo cantato insieme in mezzo ai loro splendidi bambini, le donne hanno cucinato pietanze locali dai sapori lontani da quelli occidentali, tra tutti ricordo il sapore ottimo dei buuz, simili ai nostri ravioloni di pasta con all’interno dell’ottima carne di montone. Le stelle erano molto basse nella notte desertica mi sembrava di toccarle con le mani, vicino a me le mandrie di cavalli selvatici, mi sono addormentato sereno protetto da un paesaggio che solo la natura più incontaminata può offrire.

Un altro aneddoto legato ai cibi in viaggio, ricordo quando ho mangiato in una casa privata avvolto dal calore di una famiglia uzbeka a Samarcanda. Qui ho assaggiato il “plov” piatto tipico locale composto da riso carne e verdure varie, cotto in una grande pentola nel cortile all’aperto, una magia di sapori ancora più amplificata dalla ospitalità e dai sorrisi dorati del meraviglioso popolo uzbeko. A seguire mi hanno offerto un gustosissimo piatto, il “Shashlik”, carne di montone magistralmente cotta alla griglia e servito con verdure coloratissime tipiche dei mercati uzbeki. Il padrone di casa ha acceso il fuoco e messo sopra un pentolone enorme, la legna calda ardeva lanciando flebili bagliori di fuoco verso il cielo stellato del deserto del Kyzulkum, i bambini correvano intorno al cortile, le donne tagliavano le verdure utilizzate per il soffritto in attesa che il riso fosse cotto. Insieme a questa famiglia uzbeka nel pieno della terra dei carovanieri in Asia Centrale ho assaporato le prelibatezze di un mondo lontano che affascina ogni viaggiatore, all’ombra di Zar, Sultani e Maioliche.

Nella tappa finale del mio lungo viaggio rimango estasiato quando uscito dalle zone montuose del Caucaso scendo sulle rive del Mar Mediterraneo e da li l’acqua blu si incrocia con altri due mari impetuosi: da una parte il Mar di Marmara che confina con le acque ventose del Mar Nero. Approdo incantato sul Bosforo, in me sale una forte vicinanza alla laguna di Venezia mentre osservo davanti a me l’antica Costantinopoli, l’attuale Istanbul città storica ricca di spunti culturali e paesaggistici ai confini tra Europa e Asia. E proprio qui a Istanbul andrò ad avvicinarmi totalmente al mare lagunare ed ai gusti tipici dei popoli marinari, in un ristorantino sulle sponde del Corno d’Oro ho assaggiato l’ottimo pesce pescato sul Bosforo, il sapore corposo e l’ottima preparazione turca di questo pesce alla griglia finemente speziato con i sapori d’oriente, gusti unici che si trovano solamente nei brulicanti bazar di Istanbul. A fine pasto ho concluso la serata assaggiando in una bancarella sulla via dell’Indipendenza sotto la torre Galata, il mio dolce asiatico preferito per eccellenza il mitico “baklava”, una pasta sfoglia condita con mandorle e miele, un gusto inebriante che mi porto ancora oggi nel cuore.

Spero di essere di sollievo a tutte quelle persone chiuse forzatamente in casa a causa del maledetto virus che ci sta stravolgendo la vita a tutti, penso che possiamo viaggiare comunque anche stando a casa, certo in maniera diversa però sempre sognando, vi scrivo proprio perchè anche dal divano possiamo comunque leggere, scoprire informarci e soprattutto sconfiggere la noia e la paura del momento con la cultura, la storia e perché no, assaporando gusti e delizie di mondi lontani: #IOGUSTOILMONDODALDIVANO

Il mio libro è stato distribuito da poche settimane in tutte le librerie d’Italia, oggi in questo periodo di reclusione che tutti noi dobbiamo giustamente rispettare per il bene di tutti, è possibile acquistarlo in tutti i siti di spedizione online con consegna del libro comodamente a casa.

 

Redazionale di Mario Cimarosti

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